Le imprese e la grande crisi

Battere Si potrebbe ormai riempire una biblioteca con gli studi, le analisi, i commenti che hanno accompagnato negli ultimi due anni la crisi finanziaria ed economica più grave dal 1929. Per scoprire comunque che gran parte dei contributi hanno riguardato le analisi macroeconomiche, gli studi sugli effetti delle manovre monetarie, i commenti sulle opportunità e i limiti della politica economica.
Il motivo c'è: le radici della crisi vanno quasi completamente cercate in un insieme di fattori che hanno da una parte lo scenario macroeconomico (disponibilità monetarie, livello di tassi, politiche fiscali), dall'altra le decisioni dei singoli, dei consumatori e dei risparmiatori, che hanno prima accentuato la propensione a indebitarsi per acquistare immobili e consumare, poi hanno frenato le decisioni d'acquisto provocando un drastico (e disastroso) calo dei consumi.
Ma c'è una dimensione che sta in mezzo tra le grandi scelte di politica economica e le decisioni quotidiane dei consumatori. Questa dimensione è quella delle imprese, gran parte delle quali si trovano di fronte a un obiettivo primario: «La sopravvivenza e con essa la salvaguardia di fatturato, profitti e liquidità».

 È quanto affermano Hermann Simon e Danilo Zatta in Battere la crisi, un libro in cui, anche grazie a molti esempi concreti di esperienze aziendali, si mettono in luce le strategie possibili e opportune per affrontare, muovendo tutte le leve interne ed esterne, il drastico calo della domanda e quindi delle vendite.
Strategie che i classici e ormai polverosi manuali di management non possono contenere perché «per la prima volta le generazioni del dopoguerra devono combattere con tutte le loro forze contro una crisi che ha un impatto mai visto prima».
Ecco allora la proposta d'interventi che cercano essenzialmente d'andare oltre alla classica, e peraltro comunque indispensabile, politica di taglio dei costi. Con risparmi che possono essere ottenuti mantenendo in primo piano l'obiettivo di ridurre al minimo le ripercussioni sociali e insieme di garantire alle aziende il più alto livello di risorse umane e di competenze. Si tratta di 33 «azioni a impatto rapido», con la doverosa attenzione agli interventi sulle politiche commerciali, sui prezzi, sui meccanismi di marketing.
L'ambizione non è certo quella di offrire ricette sicure, valide in ogni caso e per ogni tipo di impresa, ma c'è in queste proposte un filo conduttore significativo: guardare alla crisi quasi parafrasando uno slogan molto di moda negli anni passati, think global, act local, pensare alla globalità e agire localmente. Ora si tratta di agire nel breve termine con una prospettiva di lungo periodo. La sfida per le aziende di oggi è infatti quella di preparare adesso una nuova strategia di crescita, per quando la crisi sarà superata, attuando quindi tutte quelle misure che possono affrontare l'emergenza e ridurre l'impatto della recessione senza compromettere il patrimonio di conoscenze, d'immagine, di mercato.

Hermann Simon e Danilo Zatta, Battere la crisi, ed. Il Sole 24 Ore, pagg. 210, € 24,00

Pubblicato il 27 agosto sul Sole 24 Ore