Guardando all'Italia, prima che di declino economico (peraltro per nulla scontato e anzi per ora soprattutto congiunturale) è probabilmente più realistico parlare di decadenza sociale, di abbandono dei valori condivisi, di affievolirsi del senso di legalità e di appartenenza: tutti fattori in qualche modo legati, paradossalmente, alla progressiva egemonia del "politicamente corretto".
La tesi è di Michele Brambilla nel suo libro Coraggio, il meglio è passato: un vigoroso e coraggioso atto di accusa verso una società conformista e appiattita che sembra aver rinunciato ai valori tradizionali senza assumerne di nuovi, e anzi navigando alla giornata senza una rotta precisa.
Non è un caso che si parta dai giovani e dalla famiglia. Perché l'Italia ha uno dei tassi di natalità più bassi del mondo, perché i matrimoni sono in calo mentre crescono i divorzi e le unioni di fatto, perché il disagio giovanile è sempre più diffuso così come cresce la disoccupazione e la difficoltà di trovare un lavoro stabile e sicuro. E così «in Italia i ragazzi di età compresa tra i diciotto e i trentaquattro anni che stanno ancora in famiglia sono il 59%, nel resto d'Europa il 29». Una differenza abissale. E negli ultimi dieci anni la famiglia stabile è diventata una dimensione di minoranza: nell'ultimo decennio le separazioni sono aumentate dal 57,3% e i divorzi del 74. La politica conosce il problema e infatti c'è addirittura un ministero per le "politiche per la famiglia": «Si istituisce qualcosa ad hoc – commenta Brambilla – quando c'è la consapevolezza di un'emergenza».
Nel declino dei valori e dei punti di riferimento si rischia tuttavia di fare di ogni erba un fascio, di accomunare in un unico giudizio critico anche i molti aspetti che rendono l'Italia un Paese in cui vale ancora la pena vivere e lavorare. Valori come quelli dell'imprenditorialità, della passione sociale, della creatività costituiscono altrettanti capisaldi positivi che confermano la tradizione di una civiltà che ha saputo compiere grandi opere in tutti i settori. È anche per questo che stridono ancora di più difetti così diffusi come la banalità quotidiana, la piccola maleducazione, l'oltraggio al buon senso e alla correttezza, la mancanza di rispetto gli uni per gli altri.
Con un'Italia tuttavia, che anche di fronte a una crisi economica così grave e profonda come l'attuale riesce paradossalmente a trarre vantaggio anche dai propri difetti: basti pensare alla pigrizia delle banche che grazie alla loro scarsa conoscenza dell'inglese non sono riuscite a riempire i loro depositi con quei titoli tossici che hanno invece invaso gli istituti di credito di ben più alto lignaggio.