Non è mai troppo tardi. Almeno lo si può sperare. Tra i tanti elementi che caratterizzano, in negativo, la realtà italiana, le tradizionali logiche sindacali hanno avuto un posto di rilievo. Allora, premettendo che il sindacato ha certamente grandi meriti nella difesa dei diritti dei lavoratori, si può avere anche la tentazione di affermare che sempre più spesso negli ultimi decenni il sindacato è stato una forza della conservazione, della difesa dei piccoli privilegi e delle garanzie formali, della riproposizione della vecchia e stanca strategia dello sciopero.
Forse, è la speranza, qualcosa sta cambiando. Lo ha dimostrato, sicuramente con coraggio, il segretario generale della Cisl Lombardia, Gigi Petteni, che ha avuto il merito di contestare la decisione pavloviana del sindacato nazionale di proclamare una sciopero contro la proposta di legge di stabilità approvata dal Governo di Enrico Letta. "A questo Paese, che ha bisogno di discontinuità positiva, serve anche un sindacato meno rituale e più innovativo sulle proposte e nelle azioni. Per noi lo sciopero generale è congelato fino a che non sarà svolta una discussione negli organismi". "Nessun organismo – ha affermato Petteni – ha deciso, dunque per noi è tutto ancora da vedere. Sicuramente chiederemo delle modifiche alla legge di stabilità e maggiori risorse di equità.
Ma dovremo essere coerenti con le faticose azioni di questi anni e con il documento sottoscritto a settembre a Genova con le nostre controparti imprenditoriali. Soprattutto dovremo avere idee fondamentali e chiare su cui indirizzare la nostra azione".
Come dire, un sindacato di proposta e non solo di opposizione, costruttivo e non solo capace d contestare. La logica dello sciopero appartiene ormai ai riti antichi che dovrebbero essere rapidamente abbandonati. In un momento di crisi, di difficoltà per molte imprese, di esigenza di stringere le fila per affrontare i problemi, lo sciopero diventa inutile per le aziende in affanno e pericoloso per quelle che mantengono possibilità di crescita. Se poi coinvolge i servizi pubblici punisce senza motivo cittadini e lavoratori che il sindacato dovrebbe invece difendere. Forse è il momento di ripensare le forme con cui un elemento importante delle parti sociali, come il sindacato, può e deve partecipare alla vita del Paese.