L'America ha salutato l'anno nuovo con una buona notizia. Dopo ilo Senato anche la Camera ha approvato la legge che permette di evitare il cosiddetto "fiscal cliff", il baratro di bilancio che avrebbe portato a tagli automatici di spese e a aumenti altrettanto automatici delle imposte. Il "fiscal cliff", va forse ricordato, viene affrettatamente tradotto in italiano come "baratro fiscale", ma nella termiunologia economica inglese quando si parla di "fiscal policy" ci si riferisce all'insieme delle politiche di bilancio, quindi sia alle entrate che alle spese.
Oltre all'aspetto e alle ricadute strettamente tecniche dei provvedimenti approvati dal Congresso americano, l'elemento forse più importante di quanto avvenuto a Washington sta nel porre le premesse per un ritorno di un elemento fondamentale del sistema economico, quello della fiducia.
E' la fiducia il motore dei consumi, soprattutto delle scelte più impegnative come quelle che riguardano gli immobili che sono una parte importante dell'andamento economico. Molta parte del prolungarsi della crisi degli ultimi anni è stata infatti determinata dalle decisioni di rinvio delle spese di fronte alle incertezze sul futuro, rinvio che ha tuttavia innestato una spirale negativa con conseguenze tutt'altro che momentanee dato che hanno colpito le potenzialità di reddito delle imprese e dei lavoratori.
Qualunque cosa che possa fare uscire dal concatenarsi di elementi negativi non può quindi che essere salutato con favore. In fondo anche il fatto che il 2012 si sia chiuso sul fronte europeo con una sostanziale stabilità sul fronte monetario, smentendo le Cassandre che avevano facilmente pronosticato la fine della moneta unica, può essere visto come un elemento positivo che permette ai mercati di guardare con più ottimismo al futuro e ai governi di porre le basi di nuove e sempre più necessarie riforme.