Più libertà per far crescere le virtù civili

Generosità Le critiche alla statalismo possono riempire ormai intere biblioteche. E in questa fase in cui l’evoluzione economica impone di ripensare il ruolo degli Stati e le logiche della spesa pubblica, appare allora opportuno un supplemento di riflessione perché si tenga conto della possibilità di rendere sempre più costruttivo il rapporto tra politica e cittadini. Le basi di partenza non sono tra le migliori. Resta ancora d’attualità la riflessione di Luigi Sturzo nel novembre del 1952: “Abbiamo in Italia, scriveva, una triste eredità del passato prossimo, e anche in parte del passato remoto, che è finita per essere catena al piede della nostra economia, lo statalismo economico inintelligente e sciupone, assediato da parassiti furbi e intraprendenti e applaudito da quei sindacalisti senza criterio, che credono che il tesoro dello stato sia come la botte di S. Gerlando, dove il vino non finiva mai.”

Da allora il ruolo dello Stato è cresciuto ancora di più, almeno fino agli anni ‘90, quando è iniziata una  prima svolta con una politica di privatizzazioni che ha riguardato banche, industrie e servizi, ma che non ha mutato le logiche dello stato sociale dove anzi, in particolare sulla sanità e sulla previdenza, l’esclusiva pubblica è stata solo parzialmente intaccata dal ruolo dei privati.

Lo stato sociale è certamente una conquista positiva nell’evoluzione politica che si è realizzata nel secolo scorso, ma questo giudizio di fondo non può far dimenticare i limiti e i riflessi sulle dinamiche personali e sulla coesione sociale. Così come vanno combattute l’inefficienza, la spesa improduttiva, i contributi a pioggia è forse opportuno anche riflettere sul fatto che uno Stato che assorbe la metà della ricchezza prodotta dai cittadini rischia sempre di più di essere considerato come l’unico titolare dei doveri di assistenza ed equità. Con la conseguenza che si affievoliscono la responsabilità delle persone, le tensione alla solidarietà e quella virtù morale che spinge ad aiutare il prossimo.

Tibor R. Machan, docente di etica dell’economia alla Chapman University, in un piccolo saggio dedicato alla “Generosità” mette con chiarezza in luce come uno dei problemi più gravi nella società d’oggi sia “l’infiacchimento morale della popolazione causato da uno Stato paternalista che pretende di prendersi la responsabilità della virtù”. Ma le virtù non possono che essere personali e solo una società capace di mantenere spazi di libertà può offrire ad ogni persona un percorso, anche educativo, verso il sentirsi partecipe della vita degli altri.

Già Adam Smith, nella sua “Teoria dei sentimenti morali” poneva la simpatia quale elemento fondamentale per lo sviluppo di una dinamica economica dove le regole statali devono sostenere modelli di solidarietà e integrazione sociale. Una simpatia non può che andare di pari passo con quella responsabilità sociale che va affidata alla fantasia, alla creatività oltre che ai fondamenti morali di ciascuno. Per far crescere una società costruita sulle relazioni, sul confronto e sulla partecipazione.

Tibor R. Machan, “Generosità”, ed. Liberilibri, pagg. 167, € 16

 Pubbicato il 23 settembre 2010 sul Sole 24 Ore

  • Tullio Pascoli |

    Totalmente d’accordo.
    Colgo l’occasione per inviare un messaggio destyinato a chi coltiva queste idee:
    Cari amici,
    dopo un discreto numero di ore insonni, credo di aver concluso un nuovo sforzo, completando un lungo elenco di circa 400 autori e di 1000 e tante opere di distinte inclinazioni liberali.
    Non so se sul Web esiste già una raccolta più completa, ma sicuramente qui coloro che apprezzano la letteratura del libero pensiero, con un semplice clic del cursore sul nome di ogni autore, potranno conoscere i titoli delle loro principali opere raggruppate nel mio blog:
    http://www.dataplug.net/
    Al termine di questa fatica ho preparato un nuovo articolo AUTORI LIBERALI E LE LORO OPERE con cui vorrei contrastare un vecchio paradigma secondo il quale gli intellettuali sarebbero quasi tutti di sinistra. Alcuni di grande valore, dopo un iniziale militanza, hanno optato per la Libertà.
    Gli autori che io considero più importanti nella colonna, sono identificati in lettere maiuscole.
    Se lo apprezzerete e se vi sembrerà opportuno, potrete divulgarlo ed anche suggerire opere e nomi non citati, ve ne sarò riconoscente perché in questo modo, mi aiuterete a contribuire alla conoscenza della cultura della libertà in antagonismo alla ambigua politica egualitaria dell’economia pianificata che ha tanto danneggiato lo spontaneo sviluppo del nostro caro vecchio Paese.
    Nel ringraziarvi dell’attenzione, vi ringrazio fin d’ora e vi saluto molto
    cordialmente, Tullio

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