Da allora il ruolo dello Stato è cresciuto ancora di più, almeno fino agli anni ‘90, quando è iniziata una prima svolta con una politica di privatizzazioni che ha riguardato banche, industrie e servizi, ma che non ha mutato le logiche dello stato sociale dove anzi, in particolare sulla sanità e sulla previdenza, l’esclusiva pubblica è stata solo parzialmente intaccata dal ruolo dei privati.
Lo stato sociale è certamente una conquista positiva nell’evoluzione politica che si è realizzata nel secolo scorso, ma questo giudizio di fondo non può far dimenticare i limiti e i riflessi sulle dinamiche personali e sulla coesione sociale. Così come vanno combattute l’inefficienza, la spesa improduttiva, i contributi a pioggia è forse opportuno anche riflettere sul fatto che uno Stato che assorbe la metà della ricchezza prodotta dai cittadini rischia sempre di più di essere considerato come l’unico titolare dei doveri di assistenza ed equità. Con la conseguenza che si affievoliscono la responsabilità delle persone, le tensione alla solidarietà e quella virtù morale che spinge ad aiutare il prossimo.
Tibor R. Machan, docente di etica dell’economia alla Chapman University, in un piccolo saggio dedicato alla “Generosità” mette con chiarezza in luce come uno dei problemi più gravi nella società d’oggi sia “l’infiacchimento morale della popolazione causato da uno Stato paternalista che pretende di prendersi la responsabilità della virtù”. Ma le virtù non possono che essere personali e solo una società capace di mantenere spazi di libertà può offrire ad ogni persona un percorso, anche educativo, verso il sentirsi partecipe della vita degli altri.
Già Adam Smith, nella sua “Teoria dei sentimenti morali” poneva la simpatia quale elemento fondamentale per lo sviluppo di una dinamica economica dove le regole statali devono sostenere modelli di solidarietà e integrazione sociale. Una simpatia non può che andare di pari passo con quella responsabilità sociale che va affidata alla fantasia, alla creatività oltre che ai fondamenti morali di ciascuno. Per far crescere una società costruita sulle relazioni, sul confronto e sulla partecipazione.
Tibor R. Machan, “Generosità”, ed. Liberilibri, pagg. 167, € 16
Pubbicato il 23 settembre 2010 sul Sole 24 Ore