«Nessuna cosa fa tanto stimare uno principe quanto fanno le grandi imprese e dare di sé rari esempi». Così Niccolò Machiavelli in quello che può essere considerato il primo manuale laico della leadership. "Laico" perché sul fronte religioso la Bibbia resta sicuramente la più esplicita e significativa dimostrazione della forza di un potere che trae origine nella dimensione trascendentale.
Ma "le grandi imprese e i rari esempi" del Principe sono anche un'anticipazione delle più moderne e complesse teorie della gestione del potere, teorie che hanno avuto in Max Weber il più evoluto analista sociale con quella definizione di potere carismatico che ha guidato tutte le generazioni di osservatori dell'evoluzione sociale. E non è un caso se proprio in un momento come l'attuale, in cui è indispensabile trovare nuova strade per uscire dalla crisi economica più devastante degli ultimi 80 anni, tornano di stretta attualità le riflessioni sul come ritrovare la dimensione della leadership a livello politico ed economico.
Lo dimostra la raccolta di saggi Crescere al futuro in cui da Carlo Carboni a Valerio Castonovo, da Nadio Delai a Massimo Egidi, tra gli altri, si cerca di dipanare la complessa matassa di un sistema globale che non sembra più saper rispondere ai tradizionali meccanismi di crescita.
E lo si fa sulla base di un'approfondita ricerca realizzata dalla Luiss-Guido Carli nella primavera scorsa sul sistema imprenditoriale anche nella prospettiva della dimensione familiare delle imprese italiane.
Magari per scoprire, come sottolinea Federica Guidi, presidente dei Giovani di Confindustria, nella prefazione, che «per trovare una ricetta efficace per il nostro paese potremmo sperare di avere una nuova classe dirigente che sappia volgere lo sguardo avanti, al futuro, cercando di concentrarsi più che sul già fatto su quello che rimane da fare». Da questo deriva un richiamo alla responsabilità: perché una classe dirigente che voglia essere tale deve, paradossalmente, essere in grado anche di farsi da parte, ma facendo crescere i propri sostituti, e nello stesso tempo deve avere una visione capace di allargare la dimensione imprenditoriale alla più vasta prospettiva della società.
La leadership appare a questo punto altrettanto fondamentale quanto ancora più complessa che nel passato. Anche perché un leader non si costruisce a tavolino, ma la sua affermazione dipende strettamente dalla scenario temporale e culturale in cui si muove. È necessario allora misurarsi con il fatto che il leader, oggi come ai tempi di Machiavelli, lo si riconosce una volta che ha compiuto grandi imprese e per questo l'economia e la società devono garantire i necessari spazi di libertà perché un protagonista si possa affermare. Il compito delle imprese, così come della politica e delle istituzioni pubbliche, è allora la necessità vitale di dare spazio al merito: quell'insieme di passione e di visione che può permettere di individuare soluzioni nuove per problemi nuovi e di valorizzare appieno la dotazione di cui è enormemente ricca la realtà italiana, quella delle risorse umane.
AA.VV. Crescere al futuro, Ed. Il Sole-24 Ore, pagg, 160, € 22
Pubblicato sul Sole 24 ore del 6 agosto 2008