Una ripresa demografica in Italia sarebbe invece a questo punto più una soluzione che un problema anche perché ormai da anni il numero di figli per donna è tra i più bassi al mondo e non è più in grado di garantire nemmeno il semplice mantenimento dei livelli di popolazione. Ma a questo si aggiunge che sta crescendo il peso delle classi più anziane della popolazione, e quindi i pensionati, che vedono fortunatamente allungarsi la loro speranza di vita, ma con un progressivo incremento dei costi per le pensioni e la sanità. E non è pensabile che i vuoti di popolazione vengano colmati da una immigrazione che già ora ha raggiunto quota quattro milioni: «Occorrerebbero addirittura due milioni di immigrati l’anno – scrive Piero Angela citando uno studio dell’Onu – per compensare la perdita di giovani e mantenere inalterate le proporzioni tra le varie classi di età».
Ma oltre a presentare dati, tabelle e grafici di grande interesse e oltre a sottolineare il valore economico di una società che sappia costruire il proprio futuro anche con la volontà di "fare" più figli, il valore aggiunto del libro di Piero Angela sta nel cogliere fino in fondo il significato personale e sociale della maternità. «Un’esperienza straordinaria. I figli – scrive – riempiono una vita, diventano il centro di tutto: delle emozioni, dell’amore, della dedizione». Anche per questo le donne italiane vorrebbero avere più figli, ma si fermano di fronte alla difficoltà reali anche per la mancanza di una vera politica di sostegno alla famiglia: al contrario di quanto avviene in Francia dove esistono assegni diretti, quozienti familiari e diversificate iniziative di carattere sociale.
Nel suo percorso attorno al pianeta demografia Piero Angela sottolinea così tutti gli aspetti negativi della bassa natalità e dimostra la necessità di una svolta, anche affrontando i temi dell’energia e dell’istruzione: due ambiti su cui l’Italia deve compiere forti salti di qualità.
Pubblicato sul Sole 24 Ore del 4 giugno 2008