La previsione era fin troppo facile. Il percorso per abolire le piccole province si sta scontrando con mille interessi locali e sta portando alla ribalta mille scappatoie giuridiche e politiche. I ricorsi al Tar ormai non si contano, le proteste coinvolgono tutte le parti sociali, i tentativi bizantini sono ormai all'ordine del giorno. Con una ritrovata spudoratezza della politica: se viene abolita una provincia gobvernata dal centro-destra si deve prima abolire una provincia governata dal centro-sinistra. E incredibilmente si mobilitano anche i Comuni in difesa delle Province. A Lucca, per esempio, il Consiglio comunale ha votato un documento in cui si ricorda che "Lucca insieme a Firenze, è una delle due capitali di Stato preunitarie toscane (presupposto, tra l’altro, di plurime proposte di legge pendenti in Parlamento a tutela dei capoluoghi di provincia già capitali di Stato); della varietà e della ricchezza del suo territorio, anche dal punto di vista turistico e delle risorse idriche; delle tradizioni culturali, artistiche e musicali che la rendono conosciuta in tutto il mondo". Ecco ci si appella a tutto: dall'antico Ducato alle risorse idriche. Abolire qualche provincia è ormai un dramma recitato impeccabilmente dalla politica italiana.