È possibile raccontare la finanza (le grandi ricchezze e le grandi truffe) in modo semplice e magari accattivante? Possibile sicuramente, anche se non certamente facile.
Anche perché i mercati finanziari non sono solo il luogo delle grandi ricchezze (degli altri), ma anche una miniera di miti e pregiudizi. “La Borsa, diceva un grande economista, è il luogo dove il denaro viene separato dagli stupidi che lo possiedono”.
Certo, in Borsa il valore delle azioni salgono e scendono e quindi lo stesso andamento hanno i patrimoni di chi le possiede. In Borsa si possono fare grandi guadagni, ma si può anche perdere tutto soprattutto se ci muove come in casinò o ci affida ai miraggi come quelli delle criptovalute.
Allora ci vuole un filo d’Arianna per orientarsi nel labirinto dei mercati, ci vuole una guida che non si compiaccia di tecnicismi e modelli matematici, ma che sappia istruire e intrattenere, divertire e far imparare. Un esempio è il libro di Manuela Donghi, giornalista, ed Enrico Gei, trader indipendente: “Io speriamo che la Borsa sale” (Ed. Mursia, pagg. 214, € 17), un libro che già dal titolo irriverente e scanzonato si presenta come una intrigante prova di divulgazione. Nelle pagine scorrono i protagonisti del sistema finanziario, si susseguono episodi ed aneddoti, si spiegano i misteri delle grandi crisi e delle invidiabili fortune.
“Cari amici e lettori – scrivono gli autori nell’introduzione – sarete davvero incuriositi dai temi che vedrete affrontati di capitolo in capitolo, di pagina in pagina, di riga in riga e vorremmo lanciare una simpatica sfida. Siamo certi che potrete leggere tutto agevolmente, pur essendo a digiuno, anche divertendovi, tra aneddoti, storie, persino esperienze personali, o cenni e curiosità relativi a personaggi considerati veri e propri miti della finanza. E poi, siccome si sa che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, e che solo con la teoria non si va da nessuna parte, vi imbatterete anche in tanti consigli utili e pratici. Sì, pratici! Si studia e si agisce”.
Gli italiani sono agli ultimi posti tra i paesi occidenti come diffusione del livello di competenze nel settore finanziario, ma sono anche gli ultimi posti come interesse ad aumentare la loro conoscenza. Secondo un recente sondaggio elaborato dagli psicologi dell’Università cattolica l’86% ha difficoltà a gestire le proprie finanze, mancano fiducia (per il 34,6%), conoscenze (per il 27,8%) e sicurezza (per il 20%), e infatti il 27,8% degli intervistati ha dimostrato una conoscenza nulla o molto bassa.
Proprio la fiducia, un elemento essenziale nel sistema economico, è uno dei punti deboli del rapporto tra gli italiani e la finanza. È diffusa la convinzione che se gli esperti della Borsa fossero veri esperti, comprerebbero azioni, invece che offrire consulenze. Così c’è sempre il sospetto che ci sia sempre dietro qualche interesse privato nei consigli degli operatori e dei banchieri.
È così che il combinato disposto di sfiducia e scarsa conoscenza porta al fatto che gli italiani mantengono bloccati su conti correnti una larga parte dei propri risparmi, una scelta fortemente penalizzante soprattutto in tempi di alta inflazione come gli attuali.
Eppure la società dell’informazione in cui siamo immersi offre non solo la più ampia gamma di informazioni, ma anche gli strumenti per conoscere e operare. E allora è utile ripartire dalle basi, da quelli che gli esperti chiamano i fondamentali e insieme tener conto delle esperienze positive o negative del passato.
Nella finanza ci sono gli esperti pionieri come Warren Buffet e i più sofisticati avventurieri come Bernie Madoff. Senza dimenticare che il capostipite delle truffe finanziarie è stato un italiano, Charles Ponzi che ha messo in pratica un modello economico che continua fare proseliti, un modello chiamato appunto schema Ponzi che promette grandi guadagni ai primi investitori, guadagni pagati dagli investimenti successivi da parte di ingenui risparmiatori che si ritrovano presto con un pugno di mosche. Ma le monete si moltiplicano facilmente solo nel campo dei miracoli del gatto e la volpe.