Libertà e proprietà privata: doppio rischio

Mai come in quest’ultimo periodo la parola libertà è stata innalzata a simbolo di teoremi sbagliati e di pregiudizi antiscientifici. Il riferimento è all’agguerrito, almeno a parole, quanto sparuto battaglione di chi si oppone non solo e non tanto al green pass, ma anche alla vaccinazione anti-Covid e a qualunque altra ingerenza di carattere sanitario nella vita quotidiana.
Uno spirito anarcoide ha come coinvolto persone di tradizionale pacatezza e ha di fatto creato le condizioni perché vengano messi in crisi gli obiettivi di immunità diffusa della campagna di vaccinazioni.
In nome della libertà si stanno commettendo i peggiori affronti alla ragione e alle conquiste della scienza. Dimenticando come una società libera sia una società in cui poche e chiare regole garantiscano che la libertà dei singoli si possa esprimere fino a quando non mette in pericolo la libertà degli altri.
Certo, non sempre lo Stato si muove imponendo “poche e chiare regole”. Come guidare l’automobile con la patente, tenendo la destra e rispettando i semafori. Ma quando si impone la scelta dell’auto, come avveniva nella Germania Est, o si gravano di eccessive tasse gli automobilisti forse qualche ragione per protestare ci potrebbe essere.


La libertà è un valore altrettanto importante quanto fragile e delicato. Un valore che è proprio della prospettiva umana, un valore che non può viaggiare da solo, ma che deve continuamente e giustamente fare i conti con il tema della responsabilità. Così come è strettamente collegato alla dimensione della proprietà privata, una dimensione che se è vero che non può essere assoluta, è altrettanto vero che troppo spesso è ingiustamente limitata e compromessa.
“In nome della proprietà” è, a questo proposito il libro curato da Sandro Scoppa (Ed. Rubbettino, pagg. 142, € 14) in una collana, promossa da Confedilizia, che ha proprio come titolo “Biblioteca della libertà”. Questo volume, introdotto da Giorgio Spaziani Testa e completato da Corrado Sforza Fogliani, raccoglie i testi riveduti e corretti delle lezioni tenute alla undicesima edizione della Scuola di liberalismo di Catanzaro, promossa e guidata dallo stesso Sandro Scoppa.
Il percorso di questi interventi mette in luce come, sia da un punto di vista teorico, che dall’osservazione empirica della realtà, quello che fa crescere l’economia insieme alla società, è un’armonia virtuosa tra l’iniziativa dei singoli e una costruzione statale fatta di regole semplici e fatte rispettare. Il pericolo dello statalismo peraltro appare sempre attuale, uno statalismo che rischia di limitare insieme libertà e diritto di proprietà. “L’esistenza di tale nesso – spiega Scoppa – è indiscutibile, perché soltanto la protezione della proprietà è in grado di assicurare a ogni individuo quello sfera di autonomia che l’espansione dei poteri pubblici e delle burocrazie finisce per dissolvere.”