La forza morale del non profit

Lettera al Sole 24 Ore

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Sono la responsabile di Ant, la più importante organizzazione italiana, presente in 9 Regioni, che si prende cura, gratuitamente, ogni giorno di oltre 3.600 sofferenti di tumore in fase avanzata e avanzatissima (il 50% in più negli ultimi 10 anni) con circa 400 persone a libro paga: si tratta di una vera e propria azienda di solidarietà.
La nostra attività è cominciata 35 anni fa grazie all'impegno dei volontari (oggi sono più di 1480 quelli iscritti al nostro registro del volontariato); il servizio di cure palliative è fornito da medici, infermieri, psicologi che sono liberi professionisti, pagati grazie alle donazioni di sostenitori privati e da aziende che riconoscono la serietà della nostra Fondazione e la necessità di aiutare i loro concittadini.
Accanto ai liberi professionisti e ai Volontari ci sono persone, dipendenti e collaboratori, che provvedono ai servizi accessori all’assistenza e  collaborano alla raccolta dei fondi. Fare il volontario è molto spesso una vocazione, quando il lavoro lo si ha già, o una scelta quando si è esaurito il proprio ciclo lavorativo. E lavorare significa dignità di vita, quell'eubiosia che noi perseguiamo concretamente da 35 anni 
Con le nuove norme previste dalla legge Fornero, tenuto conto che c’è anche una crisi delle donazioni, sarò, purtroppo, costretta a dover scegliere tra un servizio  di assistenza peggiore e assumere solo una  parte delle persone che collaborano con i volontari, lasciandone fuori altre , senza appello, dal mondo del lavoro. 
Pur comprendendo le ragioni che stanno alla base della riforma Fornero, mi piacerebbe che queste mie preoccupate parole venissero ascoltate e condivise. Nell’essere oggi costretta a prendere decisioni così drammatiche, sento un profondo senso di solitudine.

Raffaella Pannuti, presidente Fondazione Ant Italia Onlus
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Gentile presidente Pannuti, l’eubiosia, che deriva dal greco antico e che significa “buona vita”, è il principio che lei richiama e che sta alla base del meritorio operato della Fondazione Ant, così come delle molte altre iniziative che si muovono per intervenire nelle situazione di difficoltà. Iniziative in cui lo spirito di solidarietà, la capacità di mobilitare risorse umane e materiali, la volontà di intervenire con il massimo dell’efficacia trovano spazio in organizzazioni non profit dove volontariato e professionalità collaborano strettamente.
Ed è proprio il grande e importante campo del non profit e delle Onlus (Organizzazioni non lucrative di utilità sociale) che meriterebbe una maggiore attenzione del legislatore su tanti fronti, compreso quello importante delle regole del lavoro. Infatti non c'è solo il volontariato, per il quale esiste una coerente legge quadro, perchè il non profit ha bisogno anche di figure professionali, fisse od occasionali, ma regolarmente retribuite. Nei fatti, non si conta tuttavia una sola norma, negli ultimi anni, che sia stata coerente con questi intenti: servizio civile al lumicino, tagli agli interventi per la cooperazione internazionale, 5 per mille imbrigliato, fondi al welfare a all'assistenza ridotti. E’ più che giusto chiedere che queste realtà non vengano lasciate sole o peggio ostacolate nella loro azione. Aiutare il non profit a crescere vuol dire anche dare una sferzata morale alla società. E di questo c’è molto bisogno. 

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Pubblicata il 9 ottobre sul Sole 24 Ore