Il nuovo Governo è arrivato a meno di un mese dalle elezioni. E molto probabilmente si ripeterà una prassi che, con poche eccezioni, sembra essersi consolidata nella realtà politica italiana. I ministri e i sottosegretari scelti tra i parlamentari e che resteranno tali pur avendo l’impegno politico nell’Esecutivo. L’essere ministro e parlamentare insieme contraddice palesemente una delle regole (non scritte, ma fondamentali) della democrazia: quella che prevede la separazione tra i tre grandi poteri: quello esecutivo, quello legislativo e quello giudiziario. Il Parlamento fa le leggi, il Governo le applica, la magistratura le fa rispettare. In altri termini il Governo aministra, il Parlamento controlla, la magistratura sanziona.
Se c’è confusione di ruoli e di poteri il rischio di una politica meno efficiente e più costosa diventa sempre più concreto. La soluzione più semplice consisterebbe nelle dimissioni da parlamentare di chi viene nominato a cariche governative. Questo non avverrà per tante ragioni… ma sarà un’altra occasione perduta per fare un piccolo passo a favore della modernità.