A piccoli passi, con intonazioni comunque altrettanto leggere quanto generiche, il tema della riduzione della spesa pubblica e in particolari dei costi della politica sembra acquistare spazio in un’ormai affollata campagna elettorale. E così ottiene consensi la necessità di tagli strutturali incidendo anche sull’articolazione dello Stato. Come avverrebbe con l’abolizione delle Province. Ne ha parlato, come di un’ipotesi concreta, Pierferdinando Casini e vi faceva un riferimento esplicito il programma originale di Antonio Di Pietro, un programma che tuttavia dopo l’accordo con il Pd ora parla solo di «abolizione delle Province nelle aree metropolitane». Quest’ultima proposta, rilanciata alcune settimane fa dallo stesso Veltroni, appare tuttavia puramente declamatoria, almeno fino a quando non s’indicheranno per nome gli enti da abolire: tutto lascia credere infatti che le nuove aree metropolitane coincideranno in gran parte con le attuali Province. Con il rischio che la lotta agli sprechi si limiti a un cambio di targhe e di insegne sui palazzi pubblici sedi delle Province. Anzi, delle aree metropolitane.
Pubblicato (senza firma) sul Sole-24 Ore del 24 febbraio