A proposito di pensioni d’oro e di esodati (2)

Il mio ultimo intervento ha suscitato molti apprezzamenti e ancora più critiche. Apprezzamenti per le puntualizzazioni sui contributi a cui sono già soggette le pensioni più elevate, critiche, più che giustificate, da non pochi “esodati” che hanno voluto sottolineare come il problema non sia stato che in parte risolto dai vari provvedimenti di salvaguardia che si sono succeduti e quindi esistano ancora molte migliaia di persone in questa situazione. Non ho difficoltà a correggere quanto scritto, con eccessiva sintesi, nel mio precedente intervento: il problema degli esodati esiste ancora e per ciascuno di loro è una drammatica realtà trovandosi privi di redditi, di lavoro e soprattutto di prospettive a livello economico e sociale.
Quello che tuttavia volevo sottolineare nel mio intervento era soprattutto la necessità di una politica sociale che, a fianco delle indispensabili esigenze economiche, tenga conto anche della necessità di politiche attive per l’occupazione anche per chi è vicino alla pensione e magari ha visto allontanarsi questa scadenza per le riforme attuate.
Riforme che peraltro hanno reso ancora più complicato distinguere, come andrebbe fatto, tra previdenza (finanziata dai contributi di lavoratori e imprese) e assistenza (finanziata dalla fiscalità generale). In molte dichiarazioni di politici e uomini di governo la pensione, pagata dai contributi, viene invece vista come un’elargizione (del tipo: “chi ha una pensione alta può vivere benissimo con mille euro in meno al mese….”).

PS: le critiche sono utili e gradite, le offese e i giudizi pesanti screditano solo chi li fa.

  • vittore |

    io sono un poensionato che percepisce 3400E netti mensili e grazie a questa “Alto Reddito!!!!” posso mantenere mio nipote all’università ew dare una mano a mia figlia che non ha certo uno stipendio ricco, Come me tanti amici miei sono nella stessa situaziuone. Provate solo a toccarci questi introiti ed i nostri voti potete scordarveli”!!

  • Liliana |

    La ringrazio, come altri esodati, per le precisazioni!

  • Franco |

    Vorrei proporre un altro piccolo spunto di riflessione. Perché parlare di ricalcolo delle pensioni senza aver fatto delle giuste proiezioni? Mi sembra che quanto sottolineato da Gianfranco Fabi sia sacrosanto e pieno di buon senso. Attenzione alle sorprese in corso d’opera. E poi, scusate, ma forse i pensionati sono sottoposti ad aliquote IRPEF ridotte, per cui si deve inventare un “contributo di solidarietà” indirizzato solo a loro? Quando si raggiungono livelli di reddito non elevati, la tassazione colpisce con aliquote dal 30 al 50% anche le pensioni. Allora se vogliamo fare una politica dei redditi (mi ricorda un qualcosa di lamalfiana memoria…) così come si chiede un contributo aggiuntivo ai pensionati, lo si chieda anche ai redditi “alti”. O, forse, avendolo già fatto non sarebbe meglio indirizzare l’intervento in settori più degni di essere colpiti e meno pericolosi sul piano dello scontro sociale? Ma renzi da che scuola arriva!

  • Gianfranco Fabi |

    Gentile Lorenza, molti pensioni calcolate con il metodo retributivo non sarebbero inferiori a quelle calcolate con il contributivo. Ovviamente tutto dipende dalla storia “contributiva” del pensionato. Il contributivo darebbe paradossalmente una pensione ancora più alta a chi ha pensioni superiori ai 100mila euro con uno sviluppo lineare nei dieci anni precedenti al pensionamento. Non bisogna dimenticare infatti quanto ha scritto l’esperto Alberto Brambilla sul Corriere della Sera di ieri sul calcolo retributivo: “la regola del 2% per ogni anno lavorato vale per redditi o stipendi entro i 45.000 euro lordi; sopra questi importi i coefficienti di calcolo utilizzati per determinare la pensione scendono a 1,5 – fino a 0,9; per una retribuzione di 100.000 euro lordi ( 51.000 euro netti) su un periodo di 40 anni il famoso 80% si riduce a poco più del 53% e questo, soprattutto per le alte professionalità. Chi insiste sui cosiddetti pensionati d’oro conosce questa regola?”

  • calogero |

    Trovo incomprensibile aumentare l’età pensionabile, lasciare senza pensione gli esodati, senza reddito chi perde il lavoro e i disoccupati. Mentre ci sono problemi insormontabili pervenire ad unanimità ridistriduzione della ricchezza che potrebbe portare ad una ripresa economica

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