I giovani, millenials alla sfida della concretezza

Vorrei riprendere il tema della lettera pubblicata sul Sole 24 Ore di martedì 12 in cui un lettore chiedeva se si può sperare che i nuovi strumenti di comunicazione, in particolare i social network, possano dare nuovo slancio a una politica verso cui i cittadini dimostrano sempre meno fiducia. Ecco la  mia risposta: "Il sistema politico avrebbe bisogno più che in una scossa di un vero e proprio elettroshock. Perché di scosse ne ha avute tante, basti pesare alle ultime elezioni, ma non sono cambiati gli atteggiamenti, i modi di fare, le piccolezze di una politica che continua a parlare d’altro rispetto ai veri problemi del Paese. Possiamo sperare nei giovani, nei nuovi strumenti, in nuove forme di partecipazione? Sì, dobbiamo sperare soprattutto nei giovani, anche se si trovano a dover affrontare le mille difficoltà della grave crisi economica e sociale che stiamo attraversando. Ma gli stessi giovani, che pur utilizzano con innata capacità le nuove tecnologie, sono comunque scettici sulla possibilità che il web possa concretamente rinnovare la politica.


Lo dimostra, tra tante altre cose, il Rapporto Giovani 2013 realizzato dall’Istituto Toniolo (ora pubblicato da Il Mulino, pagg. 230, € 20) dove si afferma che “verso le nuove tecnologie i giovani hanno un atteggiamento sempre meno ingenuo, riconoscendone limiti e rischi da non sottovalutare. E sono scettici, soprattutto nel contesto italiano, rispetto alla possibilità che i nuovi linguaggi e la rete, strumento che essi usano e gestiscono in modo maggiore e più competente rispetto al resto della popolazione, siano finora riusciti a diventare un mezzo di cambiamento vero e a far contare di più le nuove generazioni”. E’ significativo peraltro, e non sorprende,  che ai livelli più bassi della fiducia dei giovani si trovano i partiti politici, il Parlamento e il Governo, mentre ad ottenere un voto positivo sono le forze dell’ordine e la scuola. Questo vuol dire, spiega nello stesso rapporto Pierpaolo Triani, che i giovani tendono ad avere fiducia nelle istituzioni “solo quando vi trovano all’interno una coerenza esemplare e quando, soprattutto, riescono a costruire con le persone che le rappresentano un rapporto positivo”.  Il web resta quindi uno strumento utile, ma il rapporto personale resta fondamentale partendo proprio dal sistema dell’istruzione. E’ un buon segno che i giovani abbiano fiducia nella scuola. E’ una fiducia che non  va delusa. E da cui può ripartire la voglia di partecipare e di dare speranza alla politica".

E vorrei aggiungere, in questo spazio in cui vi sono meno limiti rispetto alla carta stampata, che appare estremamente importante sfruttare le potenzialità dei social network per creare un circolo virtuoso all'interno della società. Il compito dei millenials, come vengono chiamati i giovani under 30 che hanno raggiunto la maggiore età dopo il 2000, è infatti importante per l'intera società. Come "nativi digitali" hanno un valore aggiunto in più: ma spetta anche a loro non banalizzare i messaggi, e insieme ai messaggi gli strumenti. La politica è diventata in larga parte uno spettacolo affidato agli slogan e ai battibecchi dei talk show: e la forma ha preso il sopravvento sulla sostanza. I social network corrono lo stesso rischio. La partecipazione può e deve partire dai contenuti. E molto spesso si resta alla superfice. E la politica vera rischia di allontanarsi ancora di più.